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Vini della Campania: Falerno del Massico DOC

Il territorio di produzione è ubicato nella zona nord-occidentale della provincia di Caserta, già noto come Ager Falernus. Orograficamente la zona prende origine dal massiccio vulcanico di Roccamorfina a Nord-nordovest, mentre la struttura calcarea del Monte Massico con direzione sudovest-nordest taglia quasi nettamente in due il territorio, per cui la pianura e la collina di Sessa Aurunca risultano racchiuse, come in una conchiglia, da questa dorsale e dal Monte S.Croce. Dal punto di vista geologico il territorio è caratterizzato da stratificazioni risalenti al Trias superiore, che rappresenta il livello più antico (Monte Massico) sino ad arrivare ad epoche più recenti come il quaternario alluvionale. Il terreno è calcareo-dolomitico e fa parte della piattaforma carbonatica appenninica. Mentre l’apparato vulcanico di Roccamonfina presenta ovviamente caratteristiche tutte diverse. Questo vulcano ormai spento, con i suoi 450 Km2 è per dimensione il quarto vulcano italiano. Esso non presenta rapporti diretti nè con la zona vulcanica laziale nè con quella dei Campi Flegrei e del Vesuvio. Questo versante gode di un clima di notevole dolcezza con estati non eccessivamente calde ed inverni miti. Molto rari i casi in cui il termometro scende sotto zero, mentre i giorni di sole durante l’anno sono di numero elevato. Buona anche la piovosità che si solito nell’arco dell’anno supera i 1000mm. Purtroppo la distribuzione delle piogge si concentra nell’autunno-inverno (70%). Per la sua ubicazione litoranea è il Ponente il vento che vi predomina senza però mai aver provocato danni per intensità. Piuttosto dannosi invece i venti di tramontana e maestrale che per intensità e temperatura possono a volte, compromettere la fioritura sul finire dell’Inverno ed in Primavera.

La coltivazione della vite in questo territorio si perde nella notte dei tempi. Fin dall’epoca di Orazio e di Virgilio (e certamente anche prima) quest’area era nota come Ager Falernus.

Prima gli etruschi e poi i Romani effettuarono un’intensa coltivazione delle uve nelle zone destinate esclusivamente alla produzione dell’antico Falernum. Ancora oggi sono visibili nel territorio resti archeologici di antiche “Villae rusticae” con annesse cantine ed attrezzature in pietra, destinate alla vinificazione e conservazione del Falerno. Tale vino era suddiviso, a seconda dell’altimetria di produzione delle uve, in “Caucinum”, “Faustianum” e “Falerno” constraddistinto quindi a livello organolettico dalle tipologie “austerum”, “dulce” e “tenue” e venduto in tutte le province dello sterminato impero romano in anfore di terracotta contrassegnate dai “Pittacium” (etichette dell’epoca) in cui veniva specificato il tipo di vino, l’anno di produzione e la zona di provenienza delle uve. Le navi onerarie deputate al trasporto delle anfore di Falerno, salpavano dai porti di Sinuessa, Gianola e dalla foce del Garigliano.

Ma venendo ai giorni nostri, analizziamo qualche notizia partendo dal catasto agrario del 1929. La forma di allevamento prevalente nel vigneto specializzato era la controspalliera con potatura a cordone speronato. Negli anni successivi tali produzioni si sono modificate sempre più a favore della qualità, aumentando significativamente il numero di viti per ettaro con una rilevante riduzione degli ettolitri prodotti. Si è giunti ad impianti con densità oscillante tra le 6000-8000 piante per ettare ed una resa produttiva tra gli 80-100 q/Ha.

Fonte: viviilvino.it

Descrizione

BIANCO

Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli
Odore vinoso, gradevole
Sapore secco, sapido
Titolo alcolometrico min. 11,00%
Vitigni falanghina
Abbinamenti: è adatto a essere bevuto insieme ad antipasti e primi piatti di pesce, frutti di mare, pesci alla griglia, crostacei, calamari e formaggi a pasta molle come caciocavallo e mozzarella di bufala.

ROSSO

Colore rosso rubino intenso, tendente al granata con l’invecchiamento
Odore caratteristico ed intenso
Sapore secco, caldo, robusto ed armonico
Titolo alcolometrico min. 12,50%
Vitigni aglianico min. 60%, max 80%; piedirosso min. 20% max 40%
Invecchiamento 1 anno. Se sottoposto a invecchiamento non inferiore a due anni di cui uno in botti di legno può fregiarsi della menzione “riserva”. Abbinamenti Ideale con salumi, salsicce, carni rosse.
La doc “falerno del massico” comprende anche la tipologia “primitivo”: se sottoposto ad un invecchiamento non inferiore a due anni di cui uno in botti di legno può fregiarsi delle menzioni “riserva o vecchio”.

Zona di produzione

Le uve destinate alla produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” devono provenire dalla zona di produzione che comprende il territorio amministrativo dei Comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola in Provincia di Caserta.

Disciplinare

Disciplinare Falerno del Massico

  • Approvato con DPR 03.01.1989 G.U. 203 – 31.08.1989
  • Modificato con DM 13.10.1993 G.U. 255 – 29.10.1993
  • Modificato con DM 05.08.1997 G.U. 196 – 23.08.1997
  • Modificato con DM 15.05.2002 G.U. 130 – 2002
  • Modificato con DM 10.03.2011 G.U. 67 – 23.03.2011
  • Modificato con DM 30.11.2011 G.U. 295 – 20.11.2011
  • Modificato con DM 07.03.2014

Fonte: www.agricoltura.regione.campania.it

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